Fmi, Lagarde: Eurozona si prepari a prossima crisi con fondo ad hoc, attenti a minacce populismo e protezionismo
Sarebbe ora che l’Eurozona si preparasse alla prossima crisi. Parola di Christine Lagarde, numero uno del Fondo Monetario Internazionale, che auspica anche la creazione di un fondo anti-crisi da parte dei leader del blocco.
La costituzione di un, per usare le sue testuali parole, “rainy day fund”, ovvero di un fondo per i tempi di vacche magre, non è un’idea di Lagarde.
La direttrice dl Fondo Monetario Internazionale si riferisce infatti a un progetto già esistente, visto che è da un anno circa che i funzionari dell’area euro valutano l’opzione, discutendola tra di loro: il fondo potrebbe essere rappresentato da un budget unico per l’intera Eurozona, proposta avanzata dalla Francia e inizialmente opposta dalla Germania, che però avrebbe mostrato negli ultimi tempi una maggiore apertura.
In un discorso proferito a Berlino, Lagarde ha ricordato come “la ripresa sostenuta e ampiamente condivisa” dall’economia globale sia una preziosa opportunità da cogliere per “completare l’architettura” dell’Eurozona. Anche perchè, ha avvertito, ” ci sono altri ostacoli potenti e minacciosi”.
“Pensate al successo del populismo e a quel canto della sirena miope del protezionismo”.
E’ sicuramente fondamentale per Lagarde che i paesi membri del blocco lavorino insieme per creare un’unione dei mercati dei capitali, per migliorare l‘Unione bancaria e per muoversi verso una maggiore integrazione fiscale, iniziando dal lanciare una capacità fiscale centrale che rassicurerebbe, a suo avviso, la comunità degli investitori.
Da segnalare che i funzionari dell’Unione europea stanno considerando dal canto loro uno schema di riassicurazione sulla disoccupazione, ovvero un fondo che sostenga gli investimenti durante i periodi di crisi economica ed eroghi finanziamenti necessari per le riforme strutturali.
Tornando all’unione dei mercati dei capitali, Lagarde auspica un rafforzamento della regolamentazione e un miglioramento della supervisione per gestire il probabile flusso in entrata di società di servizi finanziari verso l’Europa continentale dopo la Brexit.
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