Finanza Elettrificazione, l’accelerata nel settore auto può costare 500mila posti di lavoro in UE

Elettrificazione, l’accelerata nel settore auto può costare 500mila posti di lavoro in UE

Mezzo milione di posti di lavoro a rischio nel settore auto in Europa, nel caso la normativa e le autorità di Bruxelles dovessero imporre di puntare tutto e solo sull’elettrico nei prossimi anni. È questa la stima emersa dallo stu...

7 Dicembre 2021 09:42

Mezzo milione di posti di lavoro a rischio nel settore auto in Europa, nel caso la normativa e le autorità di Bruxelles dovessero imporre di puntare tutto e solo sull’elettrico nei prossimi anni. È questa la stima emersa dallo studio che CLEPA, l’Associazione europea della componentistica automotive, ha commissionato a PwC Strategy&.

Gli scenari possibili

La ricerca si è occupata di fare una valutazione dell’impatto di tre diversi scenari relativi alle politiche del Green Deal sull’occupazione e sul valore aggiunto tra i fornitori di tutta Europa nel periodo 2020-2040. Gli scenari considerati sono: un approccio tecnologico misto; l’attuale, concentrato solo sugli EV, proposto nel pachetto Fit for 55 e uno scenario di accelerazione radicale dei veicoli elettrici. Tutti e tre presuppongono un’elettrificazione accelerata per raggiungere gli obiettivi climatici, con un’elevata quota di mercato per i veicoli elettrici al 2030, rispettivamente di oltre il 50%, quasi l’80% e prossima al 100%.

Il peso della filiera

La filiera produttiva automotive rappresenta oltre il 5% dell’intera occupazione manifatturiera in 13 stati membri dell’Unione Europea, con più del 60% di questi lavoratori impiegati dai fornitori di componenti. Lo studio fornisce, quindi, un’essenziale valutazione a livello europeo identificando inoltre, rischi e opportunità ini sette dei maggiori Paesi produttori di componenti automotive (Germania, Spagna, Francia, Italia, Repubblica Ceca, Polonia e Romania). Questo studio è anche il primo nel suo genere a valutare l’impatto di diversi percorsi politici per raggiungere gli obiettivi del Green Deal con un focus sui fornitori automotive.

I dati più rilevanti

Lo studio, mostra che nello scenario focalizzato solo sugli EV, il 70% dell’impatto sull’occupazione si farebbe sentire già dal 2030 al 2035 e conferma che le opportunità generate dai veicoli elettrici dipendono dalla creazione di un’articolata catena di approvvigionamento di batterie nell’Unione Europea, i cui tempi e probabilità sono ancora incerti. I Paesi dell’Europa occidentale sembrano essere nella posizione migliore per presidiare la produzione di sistemi di propulsione per gli EV, mentre l’occupazione nei paesi dell’Europa centro-orientale rimarrà altamente dipendente dal motore a combustione interna. Lo studio dimostra che il 70% (fino a 70 miliardi di euro) della creazione di valore legata ai sistemi di propulsione elettrici sarà collegata alla lavorazione dei materiali delle batterie, alla produzione di celle di batterie e moduli di celle e all’assemblaggio di sistemi di batterie. E non è detto che ciò avvenga in Europa.

L’allarme di Tavares

I rischi ci sono, ne aveva parlato nei giorni scorsi l’AD di Stellantis Carlos Tavares, lanciando un primo allarme: “Ciò che è stato deciso è di imporre all’industria automobilistica un’elettrificazione che comporti costi aggiuntivi del 50% rispetto a un veicolo convenzionale – ha detto il top manager – e non c’è modo di trasferire il 50% dei costi aggiuntivi al consumatore finale perché la maggior parte della classe media non sarà in grado di pagare”. Lo scenario che si prospetta per l’industria auto è l’applicazione di prezzi più alti e la vendita di meno auto, o l’accettare margini di profitto inferiori. “Due percorsi che porterebbero entrambi a dei tagli”, ha concluso l’ad di Stellantis.

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