Lavoro Busta paga Controlli Guardia di Finanza in arrivo sui permessi della Legge 104

Controlli Guardia di Finanza in arrivo sui permessi della Legge 104

26 Aprile 2025 14:30

Il caso di una docente avellinese ha recentemente sollevato un acceso dibattito sull’uso corretto delle agevolazioni previste dalla Legge 104, uno strumento fondamentale per i caregiver familiari. La docente, che avrebbe dovuto dedicarsi esclusivamente all’assistenza di un familiare con disabilità grave, è finita sotto inchiesta per aver svolto attività professionali parallele durante il periodo di congedo straordinario. Tale comportamento ha messo in luce una possibile indebita percezione di erogazioni pubbliche, portando a conseguenze legali potenzialmente gravi.

Secondo quanto emerso dalle indagini della Guardia di Finanza, la professoressa avrebbe emesso regolari fatture per prestazioni professionali durante i 700 giorni di congedo straordinario biennale, un periodo durante il quale avrebbe dovuto dedicarsi interamente all’assistenza del parente disabile. L’analisi dei movimenti bancari e delle dichiarazioni fiscali ha rivelato incongruenze che non solo compromettono la posizione della docente, ma sollevano interrogativi sull’efficacia dei controlli attualmente in vigore per prevenire l’abuso dei permessi retribuiti.

Come funzionano i permessi della Legge 104

La normativa italiana è chiara: il congedo straordinario, disciplinato dal d.lgs. 151/2001, è un diritto pensato per consentire ai lavoratori di fornire assistenza continuativa ai familiari con disabilità grave. Tuttavia, l’uso improprio di tali permessi costituisce una violazione dell’articolo 316 ter del Codice Penale, che punisce chi percepisce indebitamente erogazioni pubbliche. In questo caso, la somma percepita dalla docente ammonta a circa 60mila euro, cifra che ora potrebbe essere soggetta a restituzione, oltre a un procedimento penale che potrebbe comportare ulteriori sanzioni.

La giurisprudenza in materia è particolarmente severa. La Corte di Cassazione ha più volte ribadito che anche un utilizzo parzialmente improprio dei permessi concessi dalla Legge 104 può giustificare il licenziamento per giusta causa. Questo principio si basa sul rispetto della buona fede, un valore fondamentale nei confronti del datore di lavoro e dello Stato, che finanzia tali benefici attraverso l’INPS. Il caso della docente avellinese rappresenta quindi un monito per tutti i beneficiari di queste agevolazioni, sottolineando l’importanza di rispettare le finalità assistenziali previste dalla normativa.

Nuovi controlli in arrivo

In risposta a episodi come questo, la Guardia di Finanza ha intensificato i controlli, sfruttando strumenti tecnologici avanzati per individuare incongruenze tra i permessi fruiti e le attività effettivamente svolte dai lavoratori. Tuttavia, in questi procedimenti, l’onere della prova ricade sul lavoratore, che deve dimostrare di aver utilizzato il tempo concesso esclusivamente per l’assistenza al familiare disabile.

Questo caso, oltre a mettere in evidenza le falle nel sistema di controllo, solleva una questione etica più ampia. L’uso improprio dei benefici della Legge 104 non solo compromette la posizione del singolo individuo, ma rischia di minare la sostenibilità dell’intero sistema di welfare. È essenziale che tutti i beneficiari comprendano l’importanza di utilizzare questi strumenti nel pieno rispetto delle regole, affinché possano continuare a rappresentare un sostegno reale per chi ne ha bisogno.