Finanza Personale Mercati Prezzo benzina e diesel in discesa, ma costa comunque troppo: ecco perché

Prezzo benzina e diesel in discesa, ma costa comunque troppo: ecco perché

24 Aprile 2025 10:03

Un fenomeno che non smette di suscitare perplessità tra gli automobilisti italiani è l’evidente asimmetria tra il calo delle quotazioni del petrolio e la modesta riduzione dei prezzi carburanti alla pompa. Mentre il prezzo del WTI è crollato da 78 dollari a 60,5 dollari al barile, segnando una diminuzione del 22%, la benzina self service ha registrato una contrazione di appena il 5%, passando da 1,823 a 1,731 euro al litro. Questo scenario, noto come effetto forbice, si manifesta con chiarezza: i prezzi al distributore aumentano rapidamente quando il greggio sale, ma scendono con lentezza quando le quotazioni si riducono.

La dinamica è ulteriormente confermata dal gasolio self service, il cui prezzo è sceso solo del 5,7%, passando da 1,726 a 1,628 euro al litro. Questa elasticità al ribasso limitata dei prezzi alla pompa è attribuibile a vari fattori strutturali che incidono profondamente sul mercato italiano.

Un elemento cruciale è l’elevata pressione fiscale. Accise e IVA rappresentano oltre il 55% del costo finale del carburante, comprimendo drasticamente l’impatto delle oscillazioni del greggio sui prezzi pagati dai consumatori. Questo sistema fiscale rigido riduce la trasparenza e amplifica la percezione di ingiustizia tra gli automobilisti.

Un altro fattore che alimenta l’insoddisfazione è la complessità della filiera distributiva. Gli operatori del settore sembrano approfittare della mancanza di trasparenza per ritardare la trasmissione dei benefici economici derivanti dal calo del petrolio. Sebbene queste pratiche non siano illegali, sollevano forti critiche da parte delle associazioni dei consumatori, che denunciano un sistema incapace di riflettere rapidamente le dinamiche del mercato internazionale.

Le possibili soluzioni al caro carburanti

Per correggere queste distorsioni, diversi esperti del settore suggeriscono interventi mirati. Tra le proposte più discusse, spicca la necessità di un monitoraggio più rigoroso da parte dell’Autorità garante della concorrenza. Un controllo più serrato potrebbe garantire maggiore trasparenza, non solo nell’individuare eventuali cartelli, ma anche nel chiarire i meccanismi di formazione dei prezzi.

Un’altra soluzione è la pubblicazione quotidiana delle componenti che formano il prezzo finale del carburante, compresi i margini degli operatori. Questo approccio favorirebbe una maggiore responsabilizzazione lungo tutta la filiera, migliorando la fiducia dei consumatori. Parallelamente, si discute di una riforma delle accise che potrebbe rivoluzionare il sistema fiscale. L’idea è di ridurre progressivamente le accise sulla benzina e incrementarle sul gasolio, armonizzando le aliquote nell’arco di cinque anni. Tale intervento sarebbe pensato per accompagnare la transizione energetica, minimizzando l’impatto su chi ancora dipende dai carburanti tradizionali.

Infine, per allineare il mercato italiano alle dinamiche internazionali, è fondamentale promuovere un sistema equo e competitivo. Solo attraverso interventi strutturali e una maggiore trasparenza sarà possibile garantire una reale concorrenza, restituendo agli automobilisti i benefici di un mercato finalmente equilibrato.