Forniture luce e gas: attenzione alle polizze “Go On” nascoste nei contratti
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Il fenomeno delle truffe telefoniche sta assumendo proporzioni allarmanti in Italia, colpendo migliaia di consumatori ignari. Al centro di questa tempesta mediatica si trova la società Go On, accusata di pratiche commerciali scorrette e aggressive. Il meccanismo delle truffe si basa su telefonate apparentemente innocue, durante le quali gli operatori si fingono rappresentanti di enti affidabili come fornitori energetici o l’ARERA, promettendo rimborsi o vantaggi sulle bollette di luce e gas. In realtà, tali contatti servono a raccogliere dati personali e bancari, con l’obiettivo di attivare costose polizze assicurative non richieste.
Una delle tecniche più subdole utilizzate dai call center coinvolti consiste nella manipolazione delle registrazioni audio e nell’uso improprio dei codici OTP per ottenere firme digitali senza il consenso reale degli utenti. Un consumatore ha raccontato: “Mi hanno promesso un rimborso sulla bolletta, ma alla fine mi sono ritrovato con un addebito per una polizza che non avevo mai richiesto“. Questi contratti indesiderati si traducono in addebiti diretti sul conto corrente, generando confusione e disagio tra le vittime.
Polizze Go On, truffe telefoniche e contratti luce e gas indesiderati
Nonostante le crescenti segnalazioni, la risposta ufficiale della Go On è stata ambigua. L’azienda ha ammesso di affidarsi a call center esterni per l’acquisizione di clienti, riconoscendo che alcune pratiche potrebbero non rispettare gli standard qualitativi promessi. Tuttavia, queste rassicurazioni non sono bastate a fermare l’ondata di reclami. Molti consumatori, infatti, si trovano a dover affrontare non solo la complessità di ottenere un rimborso dalla banca, ma anche le pressioni delle società di recupero crediti, che insistono sul pagamento delle somme contestate.
Per proteggersi da queste truffe, associazioni come Altroconsumo suggeriscono una serie di precauzioni fondamentali. Innanzitutto, è importante non fornire mai dati personali o bancari durante telefonate non sollecitate. Monitorare regolarmente i movimenti del proprio conto corrente e segnalare immediatamente alla banca eventuali addebiti sospetti sono altre misure essenziali. Infine, si consiglia di richiedere sempre una copia scritta del contratto prima di dare qualsiasi forma di consenso.
Il caso Go On rappresenta un campanello d’allarme sulla necessità di una maggiore vigilanza nelle pratiche commerciali telefoniche. È essenziale che i consumatori acquisiscano una consapevolezza crescente sui propri diritti e adottino strategie difensive per evitare di cadere vittime di queste truffe. Allo stesso tempo, si rende necessario un intervento più deciso da parte delle autorità competenti per regolamentare il settore e tutelare gli utenti da queste forme di abuso.
In un contesto in cui le polizze non richieste diventano un problema sempre più diffuso, la collaborazione tra consumatori, associazioni e istituzioni è fondamentale per contrastare efficacemente il fenomeno. Solo attraverso un approccio collettivo e consapevole sarà possibile arginare queste pratiche scorrette e garantire un ambiente commerciale più trasparente e sicuro per tutti.