Finanza Evasione fiscale in Italia tocca i 110 miliardi, regina è Irpef con 38 miliardi

Evasione fiscale in Italia tocca i 110 miliardi, regina è Irpef con 38 miliardi

110 miliardi di euro è questa la cifra totale dell’evasione tributaria e contributiva in Italia secondo i calcoli effettuati dal Centro studi Unimpresa, che ha elaborato dati del ministero dell'Economia. Nel periodo 2015-2017 la media de...

19 Ottobre 2020 09:38

110 miliardi di euro è questa la cifra totale dell’evasione tributaria e contributiva in Italia secondo i calcoli effettuati dal Centro studi Unimpresa, che ha elaborato dati del ministero dell’Economia. Nel periodo 2015-2017 la media dell’evasione fiscale, dice l’analisi, si è attestata in media a 107,3 miliardi mentre nel 2013 il totale del denaro sottratto alla casse dello Stato era a quota 106,5 miliardi, nel 2014 a 110,03 miliardi, nel 2015 a 106,6 miliardi, nel 2016 a 107,02 miliardi e nel 2017 a 108,4 miliardi.

Irpef è la regina dei balzelli preferita dagli evasori

La fetta maggiore del denaro sottratto alle casse erariali è legata alle tasse, pari a oltre 96 miliardi di euro, mentre mancano all’appello poco più di 11 miliardi di contributi previdenziali. La regina dei balzelli “preferiti” dagli evasori è l’Irpef (prelievo sui redditi delle persone fisiche) con quasi 38 miliardi (tra i 5 miliardi legati al lavoro autonomo e i 33 miliardi ai dipendenti), seguita a ruota dall’Iva, con oltre 36 miliardi. In totale, le aziende riescono a nascondere quasi 14 miliardi, sommando gli 8,6 miliardi di Ires (imposta reddito societario) e i 5,2 miliardi di Irap (imposta regionale sulle attività produttive). Il fisco inoltre non riesce a incassare 5 miliardi di Imu (imposta municipale sugli immobili) e 1,7 miliardi di accise sui prodotti energetici. In totale, ogni anno mancano alle casse dello Stato 107,3 miliardi di euro. “Se il governo varasse una riforma fiscale rigorosa, ma  improntata all’equità, e non a tappe, ma chiara, equa e giusta, riuscirebbe anche a colmare il gap di gettito, in un triennio, perché per i contribuenti che oggi evadono sarebbe più conveniente onorare impegni e scadenze piuttosto che correre il rischio di accertamenti e di pesanti sanzioni” commenta il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro. “Tuttavia, come spesso già accaduto, anche stavolta siamo di fronte ad annunci e a nulla di concreto. Così sarà sprecata l’ennesima occasione per dare vita ad un sistema tributario trasparente” aggiunge Lauro.

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