Banca Mondiale taglia stime di crescita per il 2020. Il Pil al minimo da crisi finanziaria nel 2019
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La Banca Mondiale ha rivisto al ribasso le proprie previsioni di crescita per il 2020 (e limato anche quelle per il 2019), a causa di una ripresa più tardiva del previsto nel commercio e negli investimenti nonostante un allentamento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. In particolare, secondo l’istituto, il 2019 ha segnato l’espansione economica più debole dalla crisi finanziaria globale del 2009 e il 2020 rimarrebbe vulnerabile alle incertezze sul commercio e alle tensioni geopolitiche.
Nel suo ultimo studio, la Banca mondiale ha ridotto le sue previsioni di crescita per il 2019 di 0,2 punti percentuali, dal 2,6% al 2,4%, ritmo più basso dalla crisi finanziaria. Le stime sul Pil del 2020 sono state riviste al ribasso dal 2,7% al 2,5%, con quelle sulla crescita dei mercati emergenti ridotte dal +4,6% a +4,1%. “Prevediamo un miglioramento ma, nel complesso, stiamo assistendo anche a previsioni di crescita più deboli”, ha precisato Ayhan Kose, direttore previsioni della Banca mondiale.
Per il 2020, la crescita del commercio è però prevista in miglioramento, al tasso dell’1,9% rispetto all’1,4% del 2019. Queste stime tengono conto della “fase 1” dell’accordo commerciale annunciato da Washington e Pechino a dicembre, nonché della sospensione di alcuni dazi doganali americani sui prodotti cinesi importati. Secondo la Banca Mondiale, l’accordo sino-americano dovrebbe aumentare la fiducia delle imprese e le prospettive di investimento così da aiutare il commercio globale a rimbalzare.