Conclave 2025: quanto costa ogni giorno senza Papa?
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Il Conclave 2025, avviato il 7 maggio, non è solo un evento di straordinaria importanza spirituale, ma rappresenta anche un fenomeno economico di rilievo globale. Mentre la Chiesa cattolica si prepara a eleggere il nuovo Papa, i riflettori si accendono sui costi del conclave, che coinvolgono non solo il Vaticano, ma anche lo Stato italiano e la città di Roma, in un intreccio di spese, investimenti e ricadute economiche.
Storicamente, l’economia del Vaticano si è trovata a fronteggiare sfide significative durante le elezioni papali. Nel 2005, l’elezione di Benedetto XVI comportò una spesa di circa 7 milioni di euro, mentre nel 2013, con le dimissioni di Ratzinger, il bilancio registrò un deficit di 24 milioni di euro. Nonostante l’istituzione del Segretariato per l’Economia nel 2014 e la vendita annuale di beni patrimoniali per un valore compreso tra i 20 e i 25 milioni di euro, il bilancio della Santa Sede continua a mostrare criticità. Questi numeri evidenziano quanto l’organizzazione di un conclave possa incidere sulle finanze vaticane, richiedendo una gestione attenta e mirata per contenere i costi senza compromettere la solennità dell’evento.
I costi del Conclave e il ruolo dello Stato
Un altro elemento cruciale è il ruolo dello Stato italiano. In virtù dei Patti Lateranensi del 1929, l’Italia si fa carico della sicurezza durante il conclave, un impegno che comporta spese significative. Nel 2013, Roma investì 4,5 milioni di euro per potenziare i trasporti, rafforzare la sicurezza e gestire il personale aggiuntivo. Per il Conclave 2025, il governo ha già stanziato 5 milioni di euro, ma il budget definitivo non è ancora stato stabilito, lasciando spazio a possibili incrementi in base alle necessità operative.
La durata del conclave rappresenta un altro fattore determinante per i costi complessivi. Sebbene nella storia vi siano stati conclavi brevissimi, come quello del 1503 durato solo 10 ore, o incredibilmente lunghi, come quello di Viterbo (1268-1271) che si protrasse per quasi tre anni, negli ultimi decenni la durata media si è stabilizzata sui 2-3 giorni. Ogni giornata aggiuntiva comporta un aumento delle spese per cerimonie, logistica e organizzazione, rendendo la pianificazione temporale un aspetto cruciale per contenere i costi.
Ma non tutto si traduce in spese. L’impatto su Roma durante il conclave è straordinario, trasformando la città in un centro nevralgico di turismo e attività economiche. Gli alberghi registrano il tutto esaurito, con tariffe che possono raggiungere i 2.500 euro a notte, mentre ristoranti, negozi e servizi turistici beneficiano dell’afflusso di pellegrini e visitatori. Questo boom economico non solo compensa le spese sostenute dalle amministrazioni pubbliche, ma contribuisce anche a rilanciare l’immagine di Roma come meta di interesse globale.