Confcommercio, consumi e Pil crescono (lentamente): cosa aspettarsi dal 2025
Confermati i moderati segnali di miglioramento congiunturale e tendenziale, sia per i consumi sia per il Pil, negli ultimi due mesi del 2024. Lo afferma Confcommercio nella Congiuntura di gennaio
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Confcommercio, nella Congiuntura di gennaio, segnala che negli ultimi due mesi del 2024 si sono confermati segnali moderati di miglioramento sia congiunturale sia tendenziale, riguardanti consumi e Pil. “Nonostante il contesto resti incerto e caratterizzato da contraddizioni, gli indicatori di crescita appaiono predominanti rispetto a quelli di contrazione dell’attività economica”, sottolinea l’associazione. “Per gennaio, si stima una leggera riduzione del tasso tendenziale all’1,2%, con un incremento congiunturale del +0,3% rispetto a dicembre”, precisa Confcommercio.
Secondo la Congiuntura di gennaio, l‘ICC (Indice dei consumi di Confcommercio) registra un aumento sia a novembre sia a dicembre, con una variazione mensile del +0,2% in entrambi i mesi. Il Pil, dopo un’accelerazione osservata a ottobre, mostra una crescita più contenuta a novembre (+0,1% congiunturale) per poi stabilizzarsi a dicembre e gennaio.
Crescita a dicembre
“Ciò ha due implicazioni – afferma Confcommercio spiegando i dati – l’ultimo quarto dello scorso anno mostrerebbe, in tale ipotesi, una crescita congiunturale di quattro decimi di punto consentendo al Pil, non corretto per i giorni di calendario, di raggiungere una variazione dello 0,8% nel 2024. La seconda conseguenza riguarda un buon trascinamento per il 2025”.
A dicembre 2024, i consumi hanno mostrato segnali positivi, pur evidenziando una crescita disomogenea tra i vari settori. Le spese per la comunicazione hanno registrato l’incremento più significativo (+8,2%), seguite da quelle per la mobilità (+2,8%). Anche i beni e servizi per la casa (+1,0%) e i pasti fuori casa (+0,5%) hanno contribuito alla ripresa, seppur con aumenti più moderati.
Nessuna preoccupazione invece per quanto riguarda la variazione dei prezzi al consumo; per Confcommercio rimane sotto controllo e, anche considerando eventuali tensioni legate ai beni energetici, l’inflazione complessiva, dopo aver registrato una media dell’1% nel 2024, dovrebbe mantenersi entro l’1,5% nel 2025.
Tutti i dati di novembre e dicembre
Tra le singole categorie, i maggiori recuperi sono stati osservati nei trasporti aerei (+9,9%), nei servizi ricreativi (+9,1%) e negli elettrodomestici (+7,2%). Il consumo di energia elettrica (+2,8%) e di carburanti (+1,7%) ha beneficiato della ripresa della mobilità. Al contrario, il settore dell’abbigliamento e delle calzature ha segnato un incremento contenuto (+0,3%), in attesa di un possibile impulso dai saldi invernali.
Non mancano tuttavia criticità. Le vendite di mobili e articoli d’arredamento sono calate del 2,0%, mentre il comparto alimentare e delle bevande ha registrato una flessione dello 0,5%. La domanda di auto nuove è rimasta pressoché stabile (-0,2%), riflettendo la persistente debolezza del settore automotive, ancora lontano dai livelli pre-pandemia.

Cosa aspettarsi a gennaio 2025
Confcommercio prevede per gennaio un aumento congiunturale dello 0,3% nell’indice dei prezzi al consumo e una crescita dell’1,2% su base annua; un aumento causato sia dalle tensioni persistenti nel settore energetico, sia dai consueti adeguamenti di inizio anno. La dinamica contenuta dell’inflazione di fondo conferma che i prezzi al consumo nei primi mesi del 2025 rimarranno sostanzialmente sotto controllo, nonostante le recenti oscillazioni nelle quotazioni internazionali del gas.
Dopo l’aumento tendenziale registrato tra settembre e novembre, l’inflazione sembra essersi stabilizzata su livelli in linea con le medie di lungo periodo. Questo processo di stabilizzazione ha portato anche a una maggiore uniformità nelle dinamiche dei prezzi tra le diverse categorie di consumo. Tali segnali potrebbero contribuire a rafforzare la percezione, da parte delle famiglie, di aver superato la fase più critica, favorendo un recupero graduale della domanda.
Inizio 2025 con energia cara e rischio dazi, la congiuntura di Confindustria
“Il 2025 si apre con prezzi dell’energia in aumento, che pesano su inflazione e costi delle imprese, e timori di dazi che inciderebbero sull’export, già debole. Ma proseguiranno il calo dei
tassi, che alleggerisce le condizioni finanziarie, e l’attuazione del PNNR. Nel 4° trimestre 2024, la dinamica del PIL in Italia è stata fiacca, tra crescita modesta dei servizi e industria ancora in affanno”. Questi alcuni dei punti chiavi del
Italian flag and Euro moneyla “Congiuntura Flash di Gennaio 2025”, presentata oggi da Confindustria.
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