I dazi di Trump stanno rallentando l’economia in Italia?
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Il panorama economico italiano si trova a fronteggiare sfide significative, con previsioni di crescita che delineano un rallentamento marcato per il biennio 2025-2026. Il Centro Studi Confindustria ha rivisto al ribasso le stime, indicando una crescita del Pil italiano pari a un modesto +0,6% nel 2025 e +1% nel 2026. Questi dati rappresentano una riduzione di 0,3 punti percentuali rispetto alle previsioni precedenti, attribuendo gran parte delle difficoltà ai dazi commerciali e all’incertezza globale, che hanno messo sotto pressione l’export e gli investimenti.
Le tensioni internazionali hanno avuto un impatto diretto sull’export di beni, che registra una contrazione dell’1,2%, e sugli investimenti in macchinari, calati dello 0,4%. La fiducia delle imprese si sta deteriorando ulteriormente, un segnale preoccupante per il tessuto produttivo del Paese. In particolare, l’industria italiana manifesta vulnerabilità crescenti: se gennaio 2025 ha visto un rimbalzo della produzione industriale del +2,5%, febbraio ha registrato un calo dello 0,9%. Nonostante un primo trimestre con un dato acquisito positivo (+0,4%), l’indice PMI sceso a 46,6 punti a marzo riflette una ripresa sempre più incerta.
Nonostante i dazi di Trump ci sono elementi positivi per l’Italia
Non mancano tuttavia elementi positivi. I costi energetici sono in diminuzione: il gas europeo è passato da 50 €/MWh a febbraio a 37 €/MWh ad aprile, mentre il prezzo dell’elettricità è sceso a 108 €/MWh. Anche il petrolio ha visto una riduzione significativa, attestandosi a 70 dollari al barile. Tuttavia, gli esperti avvertono che eventuali ritorsioni tariffarie tra UE e Stati Uniti potrebbero annullare questi benefici, aggravando ulteriormente il quadro economico.
Un altro aspetto cruciale riguarda il mercato del lavoro, che continua a mostrare segnali di resilienza. Nei primi mesi del 2025, gli occupati sono aumentati dell’1%, con oltre 230mila unità in più rispetto al trimestre precedente, e il tasso di disoccupazione è in calo. Tuttavia, desta preoccupazione l’aumento degli inattivi, che interrompe il trend positivo registrato dalla fine del 2024. Questo fenomeno potrebbe indicare una disillusione crescente nei confronti delle opportunità occupazionali.
Strategie per affrontare e superare le sfide economiche
Gli analisti suggeriscono che una strategia efficace per affrontare le sfide economiche potrebbe essere la diversificazione dei mercati di sbocco. La stipula di nuovi accordi commerciali con partner strategici come Mercosur e India potrebbe ridurre la dipendenza dall’economia statunitense e mitigare gli effetti delle tensioni globali. Una maggiore apertura verso mercati emergenti potrebbe rappresentare una soluzione sostenibile per rafforzare la competitività del sistema produttivo italiano.
In sintesi, l’economia italiana si trova a un bivio. Da un lato, il contesto internazionale complesso e le difficoltà strutturali mettono a dura prova la capacità di crescita; dall’altro, opportunità legate alla riduzione dei costi energetici e a una strategia commerciale più diversificata potrebbero rappresentare una via d’uscita. La sfida sarà quella di coniugare politiche economiche efficaci con un rilancio del tessuto industriale e occupazionale.