Italia: inizio 2020 debole, la crescita sarà zero e i consumi in stagnazione
Inizio d’anno debole per l'economia italiana. Dopo una chiusura del 2019 all’insegna della completa stagnazione (+0,1%), con sintomi di deterioramento del quadro congiunturale, si prevede un’apertura del 2020, in termini di Pil, sos...
Inizio d’anno debole per l’economia italiana. Dopo una chiusura del 2019 all’insegna della completa stagnazione (+0,1%), con sintomi di deterioramento del quadro congiunturale, si prevede un’apertura del 2020, in termini di Pil, sostanzialmente piatta. Anche i consumi dovrebbero mostrare un andamento stagnante e l’inflazione mentenersi sui minimi storici. Situazione che, con con il tempo, potrebbe rendere sempre più evidenti i problemi di produttività del sistema. E’ questo in sintesi il quadro che emerge dall’ultimo rapporto Confcommercio sullo stato di salute del paese.
Crescita nulla prevista a gennaio
“Il quadro congiunturale continua ad essere caratterizzato da una situazione di profonda incertezza, nella quale i principali indicatori evidenziano profili non univoci”, sottolinea il rapporto. A novembre la produzione industriale ha continuato a ridursi (-0,1% su base congiunturale e -0,6 su base annua). Segnali debolmente positivi continuano a provenire dall’occupazione che nello stesso mese ha mostrato una crescita dello 0,2% rispetto al mese precedente e dell’1,2% nel confronto annuo. La fiducia dei consumatori e delle imprese è risultata, nel mese di dicembre, in moderata ripresa. La crescita per il sentiment delle famiglie è stata del 2% congiunturale, mentre per le imprese si è rilevato un aumento dell’1,5%. Su base annua il tendenziale segnala una riduzione del 2% per le famiglie, mentre per le imprese si è registrato, dopo quasi un biennio, il ritorno in territorio positivo con una crescita dell’1,2%. Stante il permanere di un contesto poco dinamico si stima, a gennaio, una variazione congiunturale nulla del Pil mensile, dato che porterebbe ad una diminuzione dello 0,1% rispetto allo stesso mese del 2019.
Consumi stagnanti
A dicembre l’indicatore dei consumi Confcommercio (ICC) ha confermato il protrarsi di una situazione di estrema debolezza della domanda delle famiglie, con un incremento dello 0,1% su base congiunturale e una diminuzione dello 0,4% su base annua. In termini di media mobile a tre mesi prosegue la tendenza al ridimensionamento. Il dato dell’ultimo mese è espressione di una generalizzata tendenza alla stagnazione con contenuti spunti di crescita solo per alcuni segmenti. In particolare per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa e per l’abbigliamento e le calzature si registra una moderata tendenza al miglioramento (+0,3%). In lieve recupero è risultata anche la domanda per i beni e i servizi per la mobilità (+0,2% sul mese precedente), dato che segue, peraltro, la pesante riduzione di novembre (-2,5%). In territorio debolmente negativo si sono mantenute le variazioni dei consumi di beni e servizi per la casa e degli alimentari, le bevande e i tabacchi (-0,2%). Le altre funzioni di consumo sono stazionarie rispetto a novembre.
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