Disoccupazione in Italia: i dati Istat di marzo 2025
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Il mercato del lavoro italiano, secondo i dati diffusi da Istat di marzo 2025, offre una fotografia complessa e ricca di contraddizioni. Nonostante il governo abbia enfatizzato la creazione di un milione di nuovi posti di lavoro negli ultimi due anni e mezzo, la realtà sembra presentare diverse ombre.
Il tasso di disoccupazione generale ha registrato un incremento dello 0,1%, raggiungendo il 6%, mentre quello giovanile è balzato al 19%, con un aumento di 1,6 punti percentuali rispetto al mese precedente. Questo scenario è accompagnato da una riduzione di 16mila occupati, pari a un calo dello 0,1%, con un impatto particolarmente marcato sulle categorie più vulnerabili.
L’occupazione femminile fatica a decollare
Un’area critica è rappresentata dalla occupazione femminile, che, contrariamente alle dichiarazioni ufficiali, mostra segnali di arretramento. Nonostante le celebrazioni del 1° maggio abbiano posto l’accento su un’occupazione femminile ai massimi storici, i dati indicano che la crescita è stata principalmente a beneficio dei lavoratori maschi con meno di 50 anni.
La necessità di politiche mirate per le donne e per i giovani appare dunque imprescindibile, specialmente in un contesto in cui l’inclusività dovrebbe essere il fulcro della ripresa economica.
Analizzando il quadro annuale, emerge una nota positiva: rispetto a marzo 2024, gli occupati sono aumentati dell’1,9%, pari a 450mila unità in più. Questo incremento è stato distribuito tra entrambi i generi, con un impatto maggiore sui lavoratori sopra i 35 anni. Tuttavia, il primo trimestre del 2025 ha registrato una crescita di 224mila occupati rispetto al trimestre precedente, ma accompagnata da un aumento delle persone in cerca di impiego, segnale di un mercato ancora instabile.
Disoccupazione alta tra i giovani
Un altro elemento chiave riguarda i lavoratori under 35, una fascia che continua a soffrire le maggiori difficoltà. L’aumento degli inattivi tra i più giovani è un dato che richiama l’attenzione sulla necessità di interventi strutturali per facilitare l’accesso al lavoro e ridurre le disuguaglianze. Politiche di formazione, incentivi per l’assunzione e programmi di mentoring potrebbero rappresentare strumenti efficaci per invertire questa tendenza negativa.