Partite IVA e riduzione tassi INPS: cosa cambia dal 23 aprile 2025
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Dal 23 aprile 2025, l’INPS ha deciso di introdurre una significativa riduzione tassi per le rateazioni contributive, come stabilito nella Circolare n. 80 del 18 aprile 2025. Questa decisione, presa in seguito al taglio del tasso di rifinanziamento principale da parte della Banca Centrale Europea (ora fissato al 2,40%), comporta l’abbassamento del tasso INPS all’8,40%, rispetto all’8,65% precedente. Tale misura si applicherà esclusivamente alle nuove richieste di rateazione presentate a partire dalla data sopraindicata.
Questa novità rappresenta un’opportunità per le imprese e i lavoratori autonomi in difficoltà economica, offrendo loro la possibilità di gestire in modo più sostenibile i debiti previdenziali. Tuttavia, i piani di rateazione già approvati continueranno a seguire il tasso originario, senza modifiche o ricalcoli. Per chi desiderasse usufruire del nuovo tasso, sarà necessario estinguere anticipatamente il piano in corso e presentare una nuova domanda, operazione che potrebbe risultare complessa dal punto di vista amministrativo.
Cosa cambia per le partite IVA con le novità INPS
Il sistema di rateazione dei contributi INPS rimane uno strumento cruciale per chi non riesce a rispettare le scadenze di pagamento. Grazie a questa opzione, i contribuenti possono suddividere il debito in comode rate mensili, garantendo così il rispetto degli obblighi contributivi senza compromettere la propria stabilità finanziaria.
Un ulteriore aggiornamento riguarda le sanzioni civili applicabili ai contributi non versati e non rateizzati. A partire dal 23 aprile 2025, il tasso per tali sanzioni sarà fissato al 7,90% annuo. Questa disposizione si applica a tutte le categorie previste dalla normativa previdenziale, inclusi artigiani, commercianti e professionisti iscritti alla gestione separata.
Anche se la riduzione dello 0,25% del tasso di interesse potrebbe sembrare minima, il risparmio diventa evidente per i piani di importo elevato o di lunga durata. Per esempio, un debito di 5.000 euro suddiviso in 12 rate comporterà un risparmio di circa 7 euro sugli interessi totali. Per una rateazione biennale di 20.000 euro, il risparmio potrà arrivare a circa 60 euro. Questo taglio, seppur contenuto, si inserisce in un quadro più ampio di interventi volti a sostenere il rispetto degli obblighi contributivi, soprattutto in un contesto di ripresa economica.
L’adeguamento del tasso di interesse da parte dell’INPS sottolinea l’impegno dell’istituto nel supportare le categorie più colpite da difficoltà finanziarie, offrendo strumenti più accessibili per la gestione dei debiti previdenziali. La misura, pur non stravolgendo i costi complessivi, rappresenta un passo verso una maggiore flessibilità e sostenibilità per i contribuenti.