Lavoro Pensioni Debiti col Fisco: come funziona il pignoramento della pensione

Debiti col Fisco: come funziona il pignoramento della pensione

30 Aprile 2025 14:50

Il sistema di protezione per le pensioni basse in Italia rappresenta un baluardo di sicurezza per i cittadini con redditi più contenuti, offrendo una tutela legale significativa contro i rischi di pignoramento pensioni. Questo meccanismo garantisce che le somme destinate alla sopravvivenza dignitosa siano protette, rispettando il principio del minimo vitale.

La normativa italiana prevede che le pensioni inferiori a determinate soglie siano intoccabili per i creditori, incluso l’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Il concetto cardine del minimo vitale, fissato al doppio dell’assegno sociale (circa 1.114 euro nel 2025), rappresenta il limite sotto il quale le pensioni non possono essere pignorate. Questo limite è rafforzato da una soglia minima assoluta di 1.000 euro, al di sotto della quale il reddito pensionistico è completamente protetto.

Le regole del pignoramento della pensione

Un aspetto cruciale di questa protezione riguarda l’accredito diretto della pensione da parte dell’INPS. Se l’importo della pensione non supera la soglia stabilita, essa è totalmente impignorabile alla fonte. Anche dopo l’accredito sul conto corrente, la normativa continua a tutelare i pensionati: le somme fino al triplo dell’assegno sociale (circa 1.671 euro nel 2025) restano intoccabili, garantendo una sicurezza economica costante per chi percepisce pensioni modeste.

Per quanto riguarda i debiti fiscali, le regole sono particolarmente stringenti. Le percentuali di pignoramento variano in base all’importo della pensione: si applica il 10% per pensioni fino a 2.500 euro, il 14,3% per quelle tra 2.500 e 5.000 euro, e il 20% per importi superiori. Tuttavia, il principio del minimo vitale rimane fermo: nessuna trattenuta è ammessa se la pensione non supera tale soglia. Ad esempio, un assegno di 1.100 euro è completamente al sicuro da trattenute.

In un contesto differente, i debiti nei confronti dell’INPS possono comportare trattenute fino a un quinto della pensione. Tuttavia, anche in questo caso, il trattamento minimo (stimato intorno ai 614 euro per il 2025) è sempre garantito. È importante sottolineare che il pensionato può opporsi alla restituzione di somme indebitamente percepite, qualora l’errore sia avvenuto in buona fede.

Un ulteriore strumento di difesa per chi teme il pignoramento è rappresentato dalla possibilità di prelevare l’intera pensione dal conto corrente. Questa azione, del tutto legittima, non può essere ostacolata né dalla banca né dai creditori. Tuttavia, per i pensionati che percepiscono importi inferiori al minimo vitale, questa precauzione è superflua, poiché la pensione è già protetta per legge.