Lavoro Pensioni Saranno garantite le pensioni in futuro? INPS: buco da 6,6 miliardi

Saranno garantite le pensioni in futuro? INPS: buco da 6,6 miliardi

22 Aprile 2025 16:23

Lo Stato italiano si trova ad affrontare una sfida economica significativa: reperire 6,6 miliardi di euro nei prossimi anni per coprire i vuoti finanziari derivanti dai provvedimenti di saldo e stralcio dei crediti contributivi, introdotti tra il 2018 e il 2022. Questi provvedimenti, volti a regolarizzare situazioni debitorie pregresse, hanno avuto un impatto diretto sul bilancio dell’Inps, evidenziando una fragilità strutturale nel sistema di gestione delle risorse.

Il principio dell’automaticità delle prestazioni, che garantisce ai lavoratori dipendenti la pensione anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte dei datori di lavoro, ha contribuito a creare uno squilibrio nei conti dell’Inps. I cosiddetti contributi figurativi, pur rappresentando un diritto per i lavoratori, non generano entrate reali, obbligando la fiscalità generale a intervenire per mantenere la sostenibilità del sistema previdenziale.

Un ulteriore elemento di criticità è rappresentato dalle inefficienze amministrative, che hanno reso irrecuperabili circa 778 milioni di euro complessivi, distribuiti tra artigiani (213 milioni) e commercianti (565 milioni). La mancata tempestività nella comunicazione delle cessazioni di attività è una delle cause principali di queste perdite. Per contrastare tale fenomeno, il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Inps ha proposto un Protocollo d’intesa con Unioncamere, mirato a migliorare lo scambio di informazioni e prevenire ulteriori danni economici.

INPS e condoni contributivi: tante critiche

Le misure di condoni contributivi, benché concepite per offrire una soluzione temporanea a situazioni debitorie, hanno sollevato numerose critiche. Maria Cecilia Guerra, esponente del Partito Democratico, ha sottolineato come tali politiche sottraggano 15,4 miliardi di euro al bilancio dell’Inps nel 2024. Di questa cifra, ben 9,9 miliardi derivano dallo stralcio dei crediti fino a mille euro. Anche la Cgil ha espresso preoccupazione, evidenziando un impatto negativo di 13,7 miliardi sul rendiconto generale dell’istituto previdenziale Inps per lo stesso anno.

Secondo i segretari confederali Ghiglione e Ferrari, i condoni non solo premierebbero l’evasione, ma comprometterebbero l’intero sistema pubblico, generando un senso di iniquità tra i contribuenti. Questo dibattito riflette la necessità di adottare misure strutturali che possano garantire una maggiore equità e sostenibilità a lungo termine, evitando che il costo delle scelte politiche ricada esclusivamente sui cittadini.

In questo contesto, è fondamentale interrogarsi su come rendere il sistema previdenziale più resiliente. Una gestione più efficace delle risorse e una lotta decisa all’evasione contributiva potrebbero rappresentare soluzioni praticabili. Inoltre, il rafforzamento delle collaborazioni istituzionali, come quella proposta con Unioncamere, potrebbe ridurre le inefficienze e migliorare la capacità di recupero dei crediti.

La sostenibilità del sistema pensionistico italiano non può prescindere da un equilibrio tra diritti acquisiti e risorse disponibili. Le politiche di saldo e stralcio, pur offrendo un sollievo immediato a determinate categorie, rischiano di minare la fiducia dei cittadini nella capacità dello Stato di garantire una gestione equa e responsabile delle risorse pubbliche. È quindi necessario un ripensamento strategico che metta al centro la trasparenza, l’efficienza e l’equità.