Stipendi italiani quasi dimezzati dal cuneo fiscale: i dati Ocse
/https://www.finanza.com/app/uploads/2025/04/stipendio-busta-paga.jpg)
L’Italia si trova in una posizione particolarmente critica all’interno dell’area Ocse per quanto riguarda il carico fiscale sul lavoro e i salari netti percepiti dai lavoratori. Secondo il rapporto Ocse 2025, il nostro Paese registra un cuneo fiscale del 47,1%, tra i più alti a livello globale, e un salario netto medio di soli 41.438 dollari. Questi dati, messi a confronto con un costo del lavoro di 78.312 dollari, rivelano una drammatica inefficienza nel sistema di redistribuzione fiscale.
Analizzando i numeri, emerge chiaramente come l’Italia, nel 2024, abbia peggiorato ulteriormente la propria posizione. Il cuneo fiscale, già elevato, ha subito un incremento di 1,61 punti percentuali rispetto all’anno precedente, rappresentando il maggiore aumento tra i Paesi Ocse. Tale pressione fiscale colloca l’Italia al quarto posto, superata solo da Belgio, Germania e Francia. Nonostante il costo del lavoro italiano si mantenga sopra la media Ocse (71.277 dollari), i salari netti risultano decisamente inferiori, posizionandoci al 23° posto su 38 nazioni.
Il dato più allarmante riguarda il rendimento fiscale: in Italia, per ogni euro speso in costo del lavoro, solo 68 centesimi finiscono nelle tasche dei lavoratori. Questo valore è il più basso dell’intera area Ocse, dove la media si attesta a 86 centesimi. Il confronto con Paesi come Austria e Germania è emblematico: in Austria, a fronte di un costo del lavoro di 111.000 dollari, i lavoratori percepiscono 59.000 dollari netti; in Germania, con un costo di 107.000 dollari, il netto arriva a 56.000 dollari. In Italia, invece, non si riesce a garantire una proporzionalità simile, evidenziando una profonda inefficienza del sistema.
Cuneo fiscale, i salari bassi pesano soprattutto sui lavoratori single
Un ulteriore elemento di criticità riguarda le famiglie e i single. Nonostante una leggera riduzione del cuneo fiscale per le famiglie monoreddito con due figli, il beneficio rispetto ai lavoratori single si limita a 9,2 punti percentuali. Per i genitori single con figli, la situazione non mostra miglioramenti significativi, a differenza della media Ocse dove il cuneo fiscale per questa categoria è sceso al 15,8%.
La necessità di una riforma strutturale del sistema fiscale italiano appare sempre più urgente. Ridurre il carico fiscale sul lavoro non è solo una questione di equità, ma anche di competitività economica. L’attuale sistema non solo penalizza i lavoratori, ma crea un divario sempre più marcato con le altre economie avanzate, allontanando l’Italia dagli standard europei. Un intervento mirato potrebbe non solo migliorare le condizioni dei lavoratori, ma anche favorire la crescita economica complessiva del Paese.