Conto corrente dormiente: c’è il rischio di perdere i soldi?
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Milioni di euro giacciono dimenticati nei conti correnti italiani, destinati a essere trasferiti nelle casse dello Stato se non vengono reclamati. Questo fenomeno riguarda i cosiddetti conti dormienti, ovvero quei rapporti bancari che rimangono inattivi per un periodo di almeno dieci anni. Una volta superata questa soglia temporale, e se il saldo supera i 100 euro, le somme vengono automaticamente trasferite al Fondo del Ministero dell’Economia e delle Finanze, gestito da Consap.
Il meccanismo che si attiva è semplice ma rigoroso. Se un conto non registra movimentazioni significative per un decennio, la banca invia una raccomandata all’intestatario per informarlo della situazione. A questo punto, il titolare ha 180 giorni per manifestare il proprio interesse a mantenere attivo il conto.
In mancanza di una risposta o di un’azione diretta, le somme vengono trasferite al Fondo statale. È importante sottolineare che operazioni automatiche come addebiti o accrediti non sono sufficienti per mantenere attivo un conto; serve un intervento esplicito da parte del titolare, come un prelievo, un versamento o una comunicazione alla banca.
Come fare domanda per recuperare i soldi
Per coloro che scoprono troppo tardi di avere fondi trasferiti al Fondo, esiste una procedura di recupero fondi. Dal 2010, gli aventi diritto possono presentare una domanda di rimborso direttamente a Consap, utilizzando il sito ufficiale, una raccomandata o consegnando la documentazione a mano. Le richieste vengono esaminate in ordine cronologico, ma c’è un limite temporale stringente: dopo dieci anni dal trasferimento delle somme al Fondo, il diritto di reclamare il denaro si prescrive. Ad esempio, somme trasferite nel 2015 potranno essere reclamate solo fino al 2025. Oltre questo termine, le somme diventano definitivamente proprietà dello Stato.
Questa normativa evidenzia l’importanza di una gestione attenta dei propri rapporti bancari. È fondamentale aggiornare regolarmente i propri dati presso la banca, informare i familiari dell’esistenza dei conti e conservare con cura tutta la documentazione bancaria. Questi accorgimenti possono fare la differenza, specialmente in caso di decesso del titolare, quando gli eredi devono presentare tempestivamente la documentazione necessaria per subentrare nel rapporto.