Investimenti: i 5 fattori che incidono sulla costruzione del portafoglio
Obiettivi di lungo termine piuttosto che di breve periodo. Ma ciò che conta di più è la sicurezza. Una recente indagine condotta da Natixis Investment Managers su 9.100 investitori, di cui 400 in Italia, evidenzia che nonostante ...
Obiettivi di lungo termine piuttosto che di breve periodo. Ma ciò che conta di più è la sicurezza. Una recente indagine condotta da Natixis Investment Managers su 9.100 investitori, di cui 400 in Italia, evidenzia che nonostante l’86% degli interpellati ritenga importante raggiungere i risultati dei propri investimenti nel lungo periodo piuttosto che nel breve, il 77% sia comunque disposto a mettere al primo posto la sicurezza rispetto agli obiettivi di performance. Ma non solo. Secondo la ricerca si possono individuare 5 fattori chiave che guidano le scelte di investimento.
Innanzitutto, i risparmiatori italiani sono combattuti riguardo al rischio. Nonostante il 63% si dichiari disponibile a pagare un premio per la gestione attiva per combattere la volatilità, il 61% pensa che la stessa volatilità possa compromettere la possibilità di conseguire gli obiettivi di investimento, nonostante possibili fluttuazioni del portafoglio pari al 10% siano considerate normali quando si decide di investire.
Il secondo elemento che influenza oggi le scelte degli investitori italiani è la non completa consapevolezza del livello di rischio che sono in grado di sopportare. Sebbene due terzi degli investitori all’inizio del 2018 abbiano dichiarato di essere pronti ad affrontare i rischi di mercato, con il senno di poi solo il 50,8% ha confermato di aver avuto una reale strategia per gestire la fase recessiva di fine anno. Gli investitori italiani, inoltre, pur sentendosi finanziariamente sicuri (65%), esprimono preoccupazioni per la pressione fiscale (44,3%), per le spese non preventivate (40%) e per il mantenimento del proprio stile di vita (33%).
Il terzo fattore a guidare le scelte di portafoglio sono le aspettative di rendimento. Nonostante la volatilità dello scorso anno, gli investitori italiani interpellati si aspettano rendimenti annuali che superino l’inflazione del 10,5%, quando invece gli investitori professionali puntano a un più realistico 4,5%.
Anche le ipotesi riguardo ai rischi dei fondi passivi hanno bisogno di confrontarsi con la realtà. Molti investitori italiani sono confusi circa le differenze fondamentali che esistono tra investimento attivo e passivo. Anche se il 73,8% riconosce giustamente che la mission dei fondi indice sia quella di consegnare ritorni in linea con il mercato e il 55,3% è consapevole dei bassi costi legati agli investimenti passivi, il 69,8% crede che i fondi passivi possa aiutarli a minimizzare le perdite, mentre il 61,5% è convinto che questi strumenti possano aiutarli a cogliere le migliori opportunità di mercato, quando invece questi due elementi rappresentano una prerogativa principale dei fondi attivi.
La volatilità e le perdite registrate nel quarto trimestre del 2018 hanno spinto gli investitori a guardare in modo critico la loro diversificazione, riaccendendo un interesse per asset class diverse da quelle tradizionali (azioni e obbligazioni). In Italia più del 47% degli interpellati ha confermato di avere già in portafoglio investimenti alternativi e investimenti che seguono i criteri ESG, anche se il peso di questi ultimi è ancora limitato a un 13,8%.
“Alla luce di queste evidenze – conclude Antonio Bottillo, Country Head per l’Italia di Natixis Investment Managers – educazione e consulenza finanziaria sono due elementi essenziali per guidare le scelte degli investitori che devono capire come questi cinque fattori possano incidere sui loro portafogli e che cosa si possano realisticamente aspettare in termini di rendimento”.
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