Fisco Rottamazione quater delle cartelle, ultimi giorni per fare domanda

Rottamazione quater delle cartelle, ultimi giorni per fare domanda

28 Aprile 2025 12:33

La recente decisione della Commissione Affari Costituzionali del Senato ha segnato uno stop alla proposta di una rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali, programmata per marzo 2025. L’iniziativa, promossa dalla Lega, mirava ad estendere la sanatoria ai debiti affidati alla riscossione fino al 31 dicembre 2023, ma è stata respinta a causa della mancanza di risorse finanziarie adeguate.

Questo rifiuto evidenzia la crescente attenzione alla sostenibilità economica delle politiche fiscali italiane, soprattutto in un panorama già gravato da numerosi debiti accumulati negli anni.

Rimane invece operativa la rottamazione quater, grazie alla proroga concessa dal decreto Milleproroghe (legge 15/2025), che estende i termini di riammissione fino al 30 aprile 2025. Questa misura rappresenta una seconda opportunità per i contribuenti che hanno perso i benefici entro il 2024, dimostrando una volontà di equilibrio tra il recupero fiscale e il sostegno ai cittadini in difficoltà.

Le alternative alla rottamazione

Per i contribuenti che non possono accedere alla rottamazione fiscale, esistono alternative utili, tra cui:

  • rateazioni ordinarie fino a 108 rate mensili per debiti fino a 120.000 euro;
  • sospensione legale della riscossione per debiti già pagati, prescritti o annullati;
  • ricorsi contro cartelle esattoriali con vizi formali o errori materiali.

Nel frattempo, la Guardia di Finanza ha intensificato i controlli, concentrandosi sui contribuenti con debiti superiori a 50.000 euro. Attraverso analisi dei rischi e l’utilizzo di banche dati, vengono ricostruiti i passaggi patrimoniali, nel tentativo di garantire una maggiore equità fiscale.

La pace fiscale è la davvero la soluzione?

Il magazzino dei debiti affidati alla riscossione ha raggiunto cifre impressionanti: 1.273 miliardi di euro a gennaio 2025, con un incremento di oltre 300 miliardi rispetto ai 954 miliardi di fine 2019. Questa crescita sottolinea l’urgenza di misure efficaci per affrontare il problema del debito fiscale, evitando però che tali interventi incoraggino ulteriormente l’evasione fiscale.

Gli esperti della Corte dei Conti e dell’Ufficio parlamentare di bilancio hanno infatti evidenziato come le ripetute sanatorie abbiano spesso generato comportamenti evasivi, causando perdite nette per lo Stato.

Il 2025 si preannuncia un anno cruciale per il sistema di riscossione italiano. Da un lato, vi è la necessità di recuperare risorse per il bilancio statale; dall’altro, occorre evitare che politiche troppo permissive incentivino l’evasione. La sfida principale sarà trovare un equilibrio tra queste due esigenze, mantenendo alta la fiducia dei cittadini nel sistema fiscale.