Tasse non pagate, pignoramenti più severi: la proposta dell’Upb
/https://www.finanza.com/app/uploads/2025/05/tasse-non-pagate-pignoramenti-piu-severi-proposta-upb.jpg)
La lotta all’evasione fiscale in Italia si intensifica con nuove strategie volte a rendere più efficaci le procedure di recupero crediti. Tra le proposte più discusse, spicca l’accelerazione dei pignoramenti sulle seconde case, una misura mirata ai contribuenti inadempienti che possiedono immobili non destinati ad abitazione principale. Questo approccio, promosso dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), si inserisce in un piano più ampio di riforma del sistema di riscossione, fondamentale per incrementare le entrate statali e finanziare i servizi pubblici.
Le misure tradizionali, come la rottamazione delle cartelle esattoriali, hanno mostrato limiti evidenti. L’Upb sottolinea la necessità di adottare un metodo più incisivo e mirato, capace di colpire con maggiore precisione gli evasori. L’obiettivo è duplice: da un lato, aumentare la capacità di riscossione dello Stato; dall’altro, promuovere un equilibrio tra l’esigenza di recuperare risorse e la tutela delle famiglie in difficoltà economica.
Contro l’evasione delle tasse pignoramenti più severi e rapidi
Tra le novità più rilevanti, si segnala l’introduzione dell’accertamento esecutivo. Questa procedura consente all’Agenzia delle Entrate di avviare il pignoramento senza dover inviare preventivamente la cartella esattoriale. Applicabile a imposte come Irpef, Iva, Imu e Tari, l’accertamento esecutivo permette di intervenire direttamente entro 60 giorni dalla notifica, riducendo sensibilmente i tempi burocratici. Si tratta di un cambiamento significativo, che potrebbe migliorare l’efficienza complessiva del sistema di riscossione.
Un’altra proposta riguarda il coinvolgimento di operatori privati nella gestione del recupero crediti. Questi soggetti potrebbero agire con maggiore capillarità, inviando richieste formali e, se necessario, procedendo con l’intimazione al pignoramento. Questa strategia mira a garantire una maggiore efficacia operativa, sfruttando competenze specifiche e una maggiore flessibilità rispetto alle strutture pubbliche.
Non meno importante è l’idea di un piano di saldo e stralcio per i piccoli debiti. Considerando che il 94% delle cartelle esattoriali riguarda importi inferiori a 5.000 euro, questa misura potrebbe agevolare i contribuenti in difficoltà economiche, offrendo loro una soluzione più sostenibile per regolarizzare la propria posizione fiscale.
Le proposte avanzate non si limitano a un inasprimento delle misure per le seconde case, ma cercano di bilanciare la necessità di rigore fiscale con un’attenzione alle implicazioni sociali. Tuttavia, resta da vedere come queste strategie verranno accolte dai cittadini e implementate nel contesto attuale. In un momento in cui la fiducia verso le istituzioni è cruciale, il successo di queste iniziative dipenderà dalla loro capacità di essere percepite come giuste ed equilibrate.
In conclusione, le nuove politiche rappresentano un passo avanti nella lotta all’evasione fiscale, ma il loro impatto reale sarà misurabile solo nel tempo. Sarà fondamentale monitorare attentamente gli effetti di queste misure, per garantire che il sistema fiscale italiano diventi non solo più efficiente, ma anche più equo.