Lavoro Pensioni Pensioni 2026: Aumenti, Rivalutazioni e Nuove Regole

Pensioni 2026: Aumenti, Rivalutazioni e Nuove Regole

27 Aprile 2025 11:30

Le pensioni 2026 sono un argomento di grande interesse per molti italiani, con un panorama che si preannuncia variegato tra aumenti modesti per chi già percepisce un assegno e riduzioni per i nuovi pensionati. Secondo il Documento di economia e finanza approvato ad aprile, nel 2026 le pensioni subiranno un incremento dello 0,8%, un adeguamento calcolato sulla base dell’inflazione registrata nel primo trimestre del 2025, cresciuta dall’1,6% di febbraio al 2% di marzo. Tale crescita è stata trainata principalmente dai rincari energetici, un fattore chiave nell’attuale contesto economico.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca), stimato intorno al 2,1% per il 2025, conferma la tendenza a una stabilità economica. Tuttavia, il tasso effettivo di rivalutazione delle pensioni potrebbe oscillare tra l’1,6% e l’1,8%, offrendo così una rivalutazione moderata ma significativa per molti beneficiari.

Pensioni, quali aumenti nel 2026

Gli aumenti seguiranno lo schema previsto dalla legge 448/1998, che distingue tra tre livelli di rivalutazione:

  • Rivalutazione completa (100%) per pensioni fino a quattro volte il minimo.
  • Rivalutazione al 90% per importi tra quattro e cinque volte il minimo.
  • Rivalutazione al 75% per la parte eccedente le cinque volte il minimo.

Per esempio, una pensione di 1.000 euro vedrà un incremento di 8 euro, arrivando a 1.008 euro, mentre un assegno di 5.000 euro subirà un aumento di 37,50 euro. Tuttavia, chi andrà in pensione tra il 2025 e il 2026 dovrà fare i conti con le nuove regole pensioni, che includono coefficienti di trasformazione rivisti. Questi ultimi comporteranno una graduale riduzione degli importi finali. Per esempio, un lavoratore di 67 anni con 400.000 euro di contributi accumulati riceverà nel 2025 un assegno annuo di 22.432 euro, ossia 460 euro in meno rispetto a quanto avrebbe ottenuto ritirandosi l’anno precedente.

Come cambia il trattamento minimo

Parallelamente, gli adeguamenti riguarderanno anche le prestazioni assistenziali. Il trattamento minimo mensile passerà da 598,61 euro a 604,60 euro, mentre l’assegno sociale aumenterà da 534,41 a 539,75 euro. La pensione di invalidità civile subirà un lieve incremento, passando da 333,33 a 336,66 euro. Si discute inoltre di un possibile aumento straordinario per le pensioni minime, che potrebbero arrivare a 617,90 euro con un adeguamento del 2,2%, o addirittura a 620 euro con una rivalutazione del 2,7%.

Le soglie di riferimento per il trattamento minimo nel 2025 saranno di 2.413,60 euro per la rivalutazione piena e 3.017 euro per quella al 90%.  Questi dati evidenziano come il sistema pensionistico italiano stia cercando di bilanciare l’adeguamento degli assegni con la sostenibilità economica complessiva. La riforma in corso, pur offrendo incrementi tangibili, impone sacrifici ai futuri pensionati, che vedranno un ridimensionamento delle loro aspettative economiche.