Tutto quello che devi sapere sui certificati di rendimento
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Fonte immagine: Borsa Italiana
Gli certificati di investimento stanno guadagnando popolarità tra gli investitori italiani, offrendo un’ampia gamma di soluzioni per diversificare i portafogli e ottimizzare i rendimenti. Questi strumenti finanziari, noti per la loro flessibilità, consentono di esporsi a molteplici asset sottostanti, come indici azionari, singoli titoli, valute o materie prime, senza possederli direttamente. La loro versatilità si riflette nella possibilità di scegliere tra prodotti con protezione del capitale, rendimenti condizionati o persino strumenti a leva per amplificare guadagni e perdite.
Esistono tre principali categorie di certificati, ciascuna progettata per soddisfare specifiche esigenze di rischio-rendimento:
- Certificati a capitale protetto: Questi strumenti garantiscono la restituzione totale o parziale del capitale investito, indipendentemente dall’andamento del sottostante. Sono particolarmente adatti agli investitori prudenti, offrendo rendimenti più bassi ma prevedibili.
- Certificati a capitale condizionatamente protetto: Offrono protezione solo se il valore del sottostante non scende sotto una determinata soglia, chiamata “barriera”. Questi certificati spesso distribuiscono premi periodici, rendendoli ideali in fasi di mercato incerte.
- Certificati a leva: Sono strumenti altamente speculativi che amplificano sia i guadagni che le perdite. Adatti a operazioni di breve termine, richiedono un’attenzione costante per gestire i rischi associati.
Come acquistare i certificati di investimento e caratteristiche
L’acquisto di certificati di investimento avviene principalmente su mercati regolamentati come il SeDeX o il Cert-X di Borsa Italiana, oppure durante la fase di collocamento tramite intermediari finanziari.
Ogni certificato è identificato da un codice ISIN unico e il suo valore dipende da vari fattori, tra cui l’andamento del sottostante e la volatilità del mercato. È cruciale monitorare costantemente questi strumenti, specialmente quelli con eventi trigger, come il rimborso anticipato.
Un aspetto da non sottovalutare è la tassazione dei certificati di investimento, classificati in Italia come redditi diversi e soggetti a un’aliquota del 26% sia per le plusvalenze che per i premi periodici. Un vantaggio significativo è la possibilità di compensare eventuali minusvalenze entro quattro anni, un’opportunità che offre maggiore flessibilità fiscale agli investitori.
I rendimenti dei certificati possono variare notevolmente in base alla loro struttura. Alcuni garantiscono premi fissi, mentre altri legano i rendimenti alla performance del sottostante. È fondamentale comprendere che solo i certificati a capitale protetto offrono una garanzia sul ritorno dell’investimento iniziale. Questo li rende una scelta preferibile per chi desidera minimizzare i rischi senza rinunciare a un potenziale guadagno.
Infine, per ogni certificato di investimento è disponibile un documento informativo chiave (Key Information Document, KID), che descrive in dettaglio il funzionamento, i costi e i rischi associati. Questo strumento rappresenta una risorsa essenziale per valutare in modo consapevole ogni opportunità di investimento. In un panorama finanziario sempre più complesso, i certificati di investimento emergono come una soluzione innovativa e versatile per rispondere alle esigenze di diversificazione e protezione degli investitori moderni.