Mercati in ripresa: tra dazi, inflazione e segnali dagli USA
Le Borse europee crescono grazie a speranze di dialogo sui dazi tra Cina e USA. Attenzione ai dati sul lavoro americano e inflazione in Eurozona.
Le mercati europei si sono mossi con slancio nella giornata odierna, trainati da segnali positivi sul fronte commerciale. In particolare, le principali piazze del Vecchio Continente hanno registrato significativi rialzi: Francoforte ha chiuso in testa con un incremento dell’1,6%, seguita da Parigi (+1,5%), Milano (+1,2%) e Londra (+0,7%). L’ottimismo è alimentato dalla disponibilità della Cina ad avviare negoziati con gli Stati Uniti sui dazi, un segnale che potrebbe allentare le tensioni economiche globali e dare nuovo impulso agli scambi internazionali.
Tuttavia, l’entusiasmo degli investitori non è privo di ombre. L’agenzia di rating S&P Global ha avvertito che i dazi rappresentano uno “shock sistemico” con potenziali ripercussioni sulla crescita globale nei prossimi tre anni. Nonostante ciò, i dati economici europei mostrano segnali incoraggianti: gli indici PMI manifatturieri di aprile confermano un miglioramento, anche se in Germania l’accumulo preventivo di scorte potrebbe aver gonfiato i risultati.
Borsa, l’Europa corre
Sul fronte macroeconomico, l’inflazione in Eurozona ha segnato un incremento al 2,2% nel mese di aprile, leggermente superiore alle attese degli analisti (2,1%). Questo dato ha generato un leggero nervosismo sui mercati obbligazionari: il rendimento del BTP italiano è salito di 2 punti base al 3,58%, mentre lo spread con il Bund tedesco si è ridotto a 110 punti. Questi sviluppi indicano un’attenzione crescente degli investitori verso i segnali di politica monetaria futura.
A Milano, tra le società che hanno brillato in Borsa spiccano Prysmian, che ha registrato un rialzo del 4,4%, seguita da Interpump (+3,7%), Amplifon (+3,3%) e Leonardo (+3,1%). L’interesse degli investitori è rivolto anche ai dati sul mercato lavoro USA, attesi nei prossimi giorni. Questi potrebbero fornire indicazioni cruciali sullo stato di salute dell’economia americana e sulle prossime mosse della Federal Reserve in materia di tassi di interesse.
Nel settore delle materie prime, il petrolio ha mostrato debolezza, con il WTI in lieve calo dello 0,1% a 59,2 dollari al barile. Al contrario, il gas naturale ha segnato un forte rialzo del 2,7%, attestandosi a 33,03 euro/MWh. Sul fronte dei metalli preziosi, l’oro ha ripreso slancio, guadagnando l’1,1% e raggiungendo quota 3.259 dollari l’oncia. Questi movimenti riflettono l’incertezza sui mercati e la ricerca di asset considerati rifugio sicuro.
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