IMU su seconda casa in affitto: si paga?
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Possedere una seconda casa è spesso un’opportunità, ma anche una responsabilità fiscale che non va sottovalutata. La normativa italiana in materia di IMU (Imposta Municipale Unica) è un nodo cruciale per i proprietari di immobili, in particolare per coloro che risiedono in un’abitazione diversa da quella di proprietà. Comprendere i propri obblighi e sfruttare eventuali agevolazioni fiscali può fare la differenza nel bilancio familiare.
La Legge 160/2019, nei suoi commi 738 e seguenti, definisce chiaramente i criteri per cui un immobile può essere considerato abitazione principale. Affinché ciò avvenga, è necessario che il proprietario e il suo nucleo familiare vi abbiano sia la dimora abituale che la residenza anagrafica. In mancanza di uno di questi requisiti, l’immobile viene automaticamente classificato come seconda casa, con conseguente applicazione dell’aliquota IMU prevista per questa categoria.
Quando spetta lo sconto IMU
Un esempio pratico può aiutare a chiarire meglio la situazione. Immaginiamo Giusy, che possiede un appartamento dato in affitto ma vive altrove, magari in una casa di proprietà del coniuge. Per lei, come per molti altri proprietari in situazioni analoghe, l’IMU sulla seconda casa è inevitabile, salvo rare eccezioni. È importante notare che gli immobili di lusso (categorie catastali A/1, A/8 e A/9) restano soggetti all’imposta anche se utilizzati come abitazione principale, sottolineando ulteriormente l’importanza di una classificazione catastale accurata.
Una buona notizia per i proprietari che affittano il proprio immobile con contratti a canone concordato è la possibilità di beneficiare di una riduzione del 25% sull’importo dell’IMU. Questa misura, introdotta per incentivare l’offerta di affitti calmierati, rappresenta un’opportunità significativa per coloro che desiderano contribuire al mercato immobiliare a prezzi accessibili, senza rinunciare a un vantaggio fiscale.
Oltre alle agevolazioni specifiche, è sempre consigliabile rivolgersi a un esperto fiscale o agli uffici comunali competenti per verificare la propria situazione e individuare eventuali opportunità di risparmio. Ad esempio, in alcuni comuni potrebbero essere previste ulteriori riduzioni o esenzioni in base a specifiche condizioni locali o familiari. Tenere sotto controllo le normative in continua evoluzione e sfruttare le risorse disponibili può aiutare a gestire al meglio il proprio patrimonio immobiliare.