Lavoro Busta paga Pasquetta e 25 aprile in busta paga: come cambia lo stipendio

Pasquetta e 25 aprile in busta paga: come cambia lo stipendio

23 Aprile 2025 17:08

Aprile 2025 è un mese speciale per i lavoratori italiani, grazie a due importanti festività infrasettimanali: Pasquetta il 21 aprile e la Festa della Liberazione il 25 aprile. Queste giornate non solo offrono una pausa dalla routine lavorativa, ma rappresentano anche un’opportunità per capire come influiranno sulle buste paga. È il momento di approfondire le regole e i diritti che riguardano le festività e il lavoro.

La normativa italiana è chiara: le festività riconosciute sono retribuite anche se non si presta servizio. Questo significa che, per i lavoratori con paga oraria, scatta un’indennità aggiuntiva pari a circa 1/6 della retribuzione settimanale per ogni giornata festiva. Diversamente, i dipendenti con stipendio mensile fisso non vedranno variazioni in busta paga, dato che la retribuzione mensile già include queste giornate.

Un’attenzione particolare merita la Pasqua, che cade sempre di domenica. Sebbene la legge non preveda compensi extra per festività coincidenti con il riposo settimanale, molti contratti collettivi (CCNL) introducono condizioni migliorative, come quote aggiuntive o giorni di ferie supplementari. È un aspetto che vale la pena verificare per assicurarsi di ricevere tutti i benefici previsti.

Come vengono pagate le festività

E per chi sarà chiamato a lavorare durante queste giornate? Qui entrano in gioco le maggiorazioni. I lavoratori avranno diritto alla normale retribuzione giornaliera più un compenso extra per le ore effettivamente lavorate. Le percentuali di maggiorazione, definite dal CCNL applicato, possono superare anche il 75%, rendendo il lavoro festivo un’opportunità interessante dal punto di vista economico.

La situazione si complica per i lavoratori in Cassa Integrazione. In generale, le festività possono essere coperte dall’INPS dopo le prime due settimane di sospensione. Tuttavia, il 25 aprile rappresenta un’eccezione, poiché di norma rimane a carico del datore di lavoro. È un dettaglio che potrebbe fare la differenza per molti dipendenti.

Tutte le somme percepite, sia come normale retribuzione sia come maggiorazioni, sono soggette a tassazione. Questo include sia i contributi INPS sia l’IRPEF. Per questo motivo, è essenziale controllare attentamente la busta paga per assicurarsi che tutti i calcoli siano corretti e che i diritti siano rispettati.

Infine, è bene ricordare che le aziende inadempienti rischiano sanzioni amministrative che variano da 154 a 929 euro. Conoscere i propri diritti non è solo una questione di consapevolezza, ma anche un modo per tutelarsi e ottenere ciò che spetta. In un contesto così articolato, il consiglio è di verificare sempre le specifiche del proprio contratto collettivo e, se necessario, consultare un esperto.