Lavoro Pensioni La pensione di reversibilità spetta anche ai figli? Le novità INPS

La pensione di reversibilità spetta anche ai figli? Le novità INPS

7 Maggio 2025 17:30

La recente Circolare 64/2024 dell’INPS segna un’importante svolta nel sistema delle pensioni ai superstiti, introducendo modifiche che ampliano la platea dei beneficiari e rafforzano i controlli sui requisiti.

Tra le novità principali, emerge l’estensione del diritto alla pensione ai superstiti anche ai figli maggiorenni orfani, a condizione che siano inabili al lavoro e a carico dei genitori deceduti. Questo cambiamento, ispirato dalla sentenza n. 88/2022 della Corte Costituzionale, riconosce il ruolo della famiglia allargata nel sistema previdenziale italiano.

Quando i figli hanno diritto alla pensione di reversibilità

Le modifiche normative mirano a garantire maggiore equità, ma introducono anche verifiche più stringenti. L’INPS richiede ora prove documentali della dipendenza economica dal defunto, specialmente per i figli maggiorenni studenti o inabili. Per questi ultimi, non basta più il riconoscimento dell’invalidità civile: è necessario dimostrare un’inabilità assoluta al lavoro. La sentenza n. 8584/2020 della Cassazione ha chiarito che il sostegno economico può essere dimostrato anche in assenza di convivenza, un dettaglio che potrebbe rivelarsi cruciale per molte famiglie.

La normativa vigente, che trova le sue radici nella legge 903/1965 e nel D.lgs. 503/1992, stabilisce criteri chiari per l’accesso alla prestazione. I figli maggiorenni possono ricevere il beneficio fino a 21 anni se frequentano scuole superiori o corsi professionali, e fino a 26 anni per gli universitari, purché rispettino il requisito della regolare frequenza. Per gli inabili, invece, non esistono limiti di età. Questa differenziazione evidenzia l’impegno del legislatore nel tutelare le categorie più vulnerabili, pur mantenendo un sistema rigoroso di controlli.

Importi e documenti per ottenere la pensione di reversibilità

Un altro aspetto rilevante riguarda la modulazione dell’importo della pensione, che varia in base al numero di beneficiari. Si parte dal 60% della pensione del defunto per un figlio solo, per arrivare all’80% in caso di due figli senza coniuge e al 100% per tre o più figli. Questa progressività tiene conto delle esigenze crescenti delle famiglie con più membri a carico, offrendo un supporto economico adeguato alle diverse situazioni.

Per accedere alla prestazione in caso di inabilità, è fondamentale presentare una documentazione medica completa, incluso il modello SS3. Tale documentazione sarà attentamente valutata dalla commissione medico-legale dell’INPS, un passaggio cruciale per garantire l’assegnazione del beneficio solo a chi ne ha realmente diritto. Inoltre, i beneficiari sono obbligati a comunicare tempestivamente all’INPS qualsiasi cambiamento della propria situazione, pena la sospensione del beneficio e la restituzione delle somme indebitamente percepite.

Queste novità rappresentano un passo avanti verso un sistema previdenziale più inclusivo e trasparente. Tuttavia, richiedono ai beneficiari un maggiore impegno nella documentazione e nella comunicazione con l’INPS. La riforma sottolinea l’importanza di un approccio responsabile e consapevole da parte di tutti gli attori coinvolti, garantendo così una gestione più equa e sostenibile delle risorse pubbliche.

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